Chi parte bene è a metà dell’opera ma il Crotone preferisce il dulcis in fundo. Questa è la favola dei blaugrana della nostra Serie A che non erano stati avvertiti dell’inizio del campionato.

Quale è il campionato di calcio più corto del mondo? Semplice, quello italiano! Mi sto sbagliando? Beh a Crotone la serie A è cominciata domenica 2 aprile 2017, quando i pitagorici si sono recati in gita scolastica a Verona e hanno battuto per sbaglio il Chievo. Da quel momento è iniziata la striscia di sei risultati utili consecutivi che ha permesso ai figli di Pitagora (così li definiva Little Tony prima di dedicarsi alla pubblicità del Danacol) di fare meglio della Juve, da aprile, e di eguagliare gli uomini di Sarri.
Se realmente il campionato fosse iniziato solo un mese fa, forse avremmo potuto vivere anche in Italia una favola simile a quella del Leicester di Ranieri, fatta di scommettitori juventini sull’orlo del suicidio e rispettivi colleghi crotonesi miliardari. Insomma il Crotone ha fatto come i giovani il sabato sera, ha festeggiato la promozione in serie A come se non ci fosse stato un domani, e poi si è scordato di svegliarsi in tempo per iniziare il primo campionato in massima categoria.
Ora però il Crotone è sul pezzo, ma è consapevole che anche il più piccolo passo falso può farlo sprofondare nel burrone della cadetteria che ha già inghiottito Pescara e Palermo. Un finale al cardiopalma quello della favola calcistica calabrese, che ha come protagonisti Ivan Juric e Davide Nicola. Il primo è croato e daltonico. Nato a Spalato nel 1975, dopo la parentesi al Sebenico, ha sempre e solo vestito maglie di un unico abbinamento cromatico: rosso e blu. Cinque anni passati sulle rive dello Ionio, prima di accasarsi definitivamente a Genova insieme a Gasperini.

Gli eroi di Crotone: fuori Juric, dentro Nicola

Il contributo di Juric per la storia del Crotone è stato quello di scrivere un capitolo memorabile dal titolo “prima promozione in serie A”. Lo ha fatto dalla panchina, cinque anni dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, quando ha accettato la proposta della famiglia Vrenna. Una scommessa vinta il 29 aprile 2016, dopo il pareggio per 1 a 1 in casa del Modena. Ma come dice il detto, “l’estate porta consiglio” (o forse era la notte) e Ivan decide di lasciare la Calabria da vincitore per occupare la panchina del grifone, lasciata vacante da quel Gasperini che, in termini di Divina Commedia, è stato per lui come Virgilio per Dante.
Il secondo nome è quello di Davide Nicola (Davide è il nome e Nicola è il cognome). Se nell’Antico Testamento, Davide era contro Golia, nella serie A 2016/2017 Davide e il suo Crotone sono contro altre diciannove squadre. Il finale biblico sorrise al protagonista, quello calcistico ancora non si sa, ma ogni partita per i rossoblù è uno scontro contro Golia. Chievo, Torino, Sampdoria e Pescara. Questi sono i nomi che compaiono sulla lapide delle vittime cadute in Calabria. Persino le due squadre di Milano hanno ceduto ai ragazzi di Nicola e ora la città meneghina al sushi preferisce la ‘nduja.

Da Sassuolo con furore

Un Crotone made in Sassuolo, visto che i suoi due goleador Trotta e Falcinelli sono tuttora di proprietà dei neroverdi. Il primo ha il killer instict dentro e assomiglia vagamente al vecchio Bobo nazionale prima che si dedicasse al calcio tennis sulle spiagge di Miami. La storia del secondo invece andrebbe bene per Maria De Filippi. Lasciato orfano dall’Inter, venne poi trovato in fasce dal Sassuolo che lo prese con sé e lo fece crescere giovane e forte proprio a sua immagine e somiglianza. I due sembrano aver trovato la perfetta sintonia, tranne dal dischetto.
Il 30 ottobre 2016, in occasione della partita di andata contro il Chievo, prima vittoria del Crotone in serie A, i due giovani attaccanti hanno avuto un siparietto molto simile al diverbio tra Simone Inzaghi e Crespo nel 2000 contro la Reggina, solo che, mentre Simoncino azzardò un cucchiaino sventato da Taibi, Trotta trafisse Sorrentino con freddezza e determinazione. Falcinelli si consolò con il gol nel finale su assist di Sampirisi. Ora manca solo il “the end” in questa storia che ha già entusiasmato tutti gli appassionati di calcio. Comunque vadano le cose, un giorno ai nostri figli racconteremo: “C’era una volta una squadra che nell’aprile 2017 è stata più forte dell’Invincibile Juve; aveva una divisa rossa e blu e non era il Barcellona….”