Scalpore e scandalo in Inghilterra per un presunto ultimatum di Salah contro un giocatore israeliano. L’ennesimo caso che con il calcio non ha nulla a che vedere ma che coinvolge tutta la politica del Medio Oriente.

I fatti

Secondo indiscrezioni del Jerusalem Post, Mohamed Salah avrebbe posto un ultimatum al Liverpool in merito all’acquisto del centravanti israeliano Munas Dabbur. Per il quotidiano, infatti, il fenomeno egiziano avrebbe posto un pesante veto alla trattativa, minacciando di lasciare il club se dovesse andare in porto. Naturalmente la vicenda è stata accolta con clamore e scandalo in Inghilterra e, naturalmente, fonti vicine al giocatore hanno smentito, non è questo però il punto.

Benvenuti in Medio Oriente

Chi si affaccia anche solo di sfuggita alla Storia non può ignorare il conflitto arabo-israeliano, che dal 1948 dilania il Medio Oriente intero e gli arabi in particolare. Non sorprende minimamente allora, che un egiziano, nato e cresciuto in patria, non provi simpatie per un vicino tanto controverso.

Salah Dabbur

Mohamed Salah in questo momento non è un giocatore come tutti gli altri. Incarna le speranze e i sogni di migliaia di arabi e musulmani nel mondo, un onore ma anche un fardello, che gli impedirà (chiariamolo una volta per tutte) di esprimersi mai a favore di Israele.

Troppo alta infatti la vergogna che proverebbe l’intero mondo arabo, da anni ferito nell’orgoglio per la perdita di una terra a loro tanto cara. Un peso che nessuno al mondo vorrebbe mai sopportare.

Dabbur, l’arabo israeliano

La cosa strana della vicenda paradossalmente sarebbe proprio il coinvolgimento di questo specifico calciatore israeliano.

Salah Dabbur

Munas Dabbur è membro della sempre più grossa comunità arabo-musulmana di Israele, non solo, il calciatore è anche praticante, tanto recitare i du’a (le invocazioni ad Allah) prima di entrare i campo. Proprio per questo stonerebbe una polemica di Salah nei suoi confronti e, proprio per questo, le indiscrezioni vanno a pesare di più sullo stesso Dabbur.

Purtroppo la situazione degli arabo-israeliani è sempre stata vista con sospetto dal resto del mondo arabo. Naturalmente possiamo citare difensori della causa palestinese del calibro di Mahmoud Darwish, unico palestinese a ricevere i funerali di Stato oltre ad Arafat, ma anche le storie di tanti soldati costretti ad imbracciare le armi contro la loro stirpe. In un momento politico complicato per la storia di Israele, nel quale proprio il dibattito sull’obbligatorietà o meno della leva militare è al centro dell’attenzione, la sua parola sarà decisiva.

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